CULTURA

Cecità o super poteri? Monet e la sua vista anormale

Claude-Oscar Monet, uno dei massimi esponenti dell’impressionismo, ha attraversato un periodo di profonda crisi dovuta alla cataratta bilaterale che lo ha colpito nei primi anni del Novecento.

Questa patologia, che comporta un’opacizzazione del cristallino, rischiava di privarlo della vista e, di conseguenza, della capacità di dipingere. La situazione si aggravò al punto che Monet non riusciva quasi più a distinguere i colori senza etichettarli.

Monet aveva una vista anormale – Cantolibre.it

Di fronte alla prospettiva della cecità totale, nel 1923 decise di sottoporsi a un intervento chirurgico all’occhio destro. L’operazione non solo fu un successo, ma segnò l’inizio di una nuova fase nella sua carriera artistica.

Cosa accadde dopo l’intervento chirurgico

Dopo l’intervento chirurgico, la visione di Monet subì una trasformazione radicale. Senza il cristallino a proteggere l’occhio operato, egli iniziò a percepire lunghezze d’onda della luce normalmente invisibili all’occhio umano. Per aiutarlo a compensare questa nuova sensibilità visiva e migliorare la sua capacità di vedere in condizioni normali, gli furono forniti degli occhiali speciali realizzati dalla Zeiss su indicazione dell’oftalmologo Jacques Mawas. Questa modifica nella percezione visiva potrebbe avergli permesso di vedere (e quindi dipingere) colori oltre lo spettro visibile tradizionale.

Monet soffriva di una malattia agli occhi, ma poteva tranquillamente dipingere – Cantolibre.it

L’intervento chirurgico ebbe però delle conseguenze inaspettate sulla percezione dei colori da parte dell’artista: sviluppò quello che sembra essere stato un caso di cianopsia all’occhio operato. Questo disturbo lo portava a vedere prevalentemente nelle tonalità del blu mentre nell’altro occhio manteneva una visione giallo-marrone dovuta alla persistente cataratta. Tale discrepanza tra i due occhi causava disorientamento nell’artista, ma allo stesso tempo influenzava profondamente il suo lavoro pittorico negli anni successivi.

Monet reagì a questo cambiamento alternando la copertura degli occhi mentre dipingeva: utilizzando ora l’occhio destro operato per cogliere sfumature blu-verdi ora quello sinistro ancora affetto da cataratta per i toni rossi-gialli. Questa tecnica singolare potrebbe spiegare le straordinarie variazioni cromatiche presenti nelle sue ultime opere.

Claude Monet attraversò una fase cruciale della sua vita artistica quando affrontò problemi alla vista che avrebbero potuto porre fine alla sua carriera pittorica; invece si aprirono nuove porte percettive grazie alle quali esplorò dimensioni del colore fino ad allora inaccessibili agli esseri umani comuni. Le sue ultime opere offrono così uno sguardo affascinante su come le avversità possono trasformarsi in fonte d’ispirazione artistica senza precedenti.

Federico Chiarenza

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