ECONOMIA

Assegno di inclusione, attenzione a queste trappole: così addio per sempre al sostegno

L’Assegno di Inclusione è una misura a sostegno della povertà ed è molto simile all’ex Rdc, ma si può perdere anche molto facilmente.

Proprio come quando c’era il reddito di cittadinanza, i beneficiari dell’Adi devono rispettare alcune regole fondamentali se non vogliono perdere il sussidio. L’unica differenza, forse, è che l’Adi è meno accessibile perché i parametri per ottenerlo sono molto più stringenti che in passato. Chi è rientrato nei beneficiari, però, deve fare molta attenzione.

Alcuni errori “banali” fanno perdere subito l’Adi – Cantolibre.it

Molte delle regole legate all’Adi sono conosciute, ma in realtà esistono diverse casistiche in cui un beneficiario può incorrere e perdere l’assegno. Tra l’altro, il soggetto che ha commesso degli errori, volontariamente o meno, non può nemmeno addurre scuse sul fatto che non era a conoscenza degli obblighi. In alcuni casi si va addirittura incontro a dover restituire le somme percepite. Vediamo allora quali sono gli errori da non commettere.

Occhio all’Assegno di Inclusione, te lo tolgono in un attimo se commetti questi errori

Innanzitutto i percettori dell’Adi devono partecipare attivamente alla ricerca di lavoro e presentarsi presso i servizi sociali del comune di residenza entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Pad. Chi non lo fa, vede sospendere l’assegno. Il soggetto o i componenti della famiglia devono anche presentarsi alle convocazioni da parte dei servizi sociali, e se non lo fanno senza giustificato motivo si perde l’assegno.

L’erogazione viene sospesa anche in altri casi, ovvero quando il beneficiario non partecipa alle iniziative previste nel patto d’inclusione, non frequenta un corso di formazione, e ovviamente se rifiuta una proposta di lavoro.

È molto facile, purtroppo, perdere il diritto all’Assegno di inclusione – Cantolibre.it

Paradossalmente, proprio trovare un lavoro può far decadere l’erogazione dell’assegno, perché tecnicamente i due fattori sono compatibili se il reddito non supera i 3 mila euro. Ma se non si invia entro 30 giorni dall’inizio dell’attività lavorativa il modello Adi-Com aggiornato, si perde il sussidio. Questo vale sia per le forme di lavoro subordinato che per il lavoro autonomo.

Infine, anche qualsiasi variazione nel nucleo familiare deve essere comunicato all’INPS, sempre entro 30 giorni. Il tempo però diminuisce in caso di dichiarazione dovuta se un componente della famiglia viene incarcerato oppure ricoverato in una RSA, perché in questo caso la documentazione va inviata entro 15 giorni.

Stefania Guerra

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