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Temperature che superano i 50 gradi, lo confermano le telecamere a infrarossi

Altro che Minosse. La capitale italiana, Roma, ha raggiunto temperature superficiali superiori ai 50 gradi centigradi, un fenomeno che va ben oltre la norma e che pone l’accento sulla grave crisi climatica in atto.

Giovedì 20 giugno, gli operatori di Greenpeace hanno utilizzato telecamere a infrarossi per filmare alcuni dei monumenti più iconici della città eterna, tra cui il Colosseo e Piazza San Pietro, rivelando dati allarmanti sulla temperatura delle superfici.

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In questi giorni le temperature hanno toccato i 50 gradi – Cantolibre.it

Queste misurazioni effettuate con le telecamere a infrarossi mostrano valori molto superiori rispetto a quelli rilevati dagli osservatori meteo tradizionali. Questa discrepanza è attribuita alle attività umane e all’uso intensivo dei combustibili fossili che contribuiscono al surriscaldamento globale. Le aree urbane come Roma diventano così delle vere e proprie “isole di calore”, dove le temperature possono superare i 50 gradi centigradi.

L’impatto del cambiamento climatico sulle città italiane

Secondo gli esperti del Climate Central, l’impatto dei cambiamenti climatici sulle temperature è evidente in diverse città italiane. L’indice di cambio climatico raggiunge il massimo livello in città come Roma, Potenza, Palermo, Perugia e Trento. Ciò significa che le temperature attuali sarebbero state altamente improbabili senza il riscaldamento globale causato dalle attività umane. A Roma l’incremento della temperatura registrato è di ben 7,3 gradi.

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Roma è una delle città più calde d’Italia -Cantolibre.it

Le immagini raccolte da Greenpeace intorno al Colosseo e Piazza San Pietro mostrano chiaramente come queste aree siano particolarmente colpite dal fenomeno delle isole di calore. Anche all’esterno della Stazione Termini sono state registrate temperature elevate. Queste zone non solo subiscono un aumento significativo della temperatura superficiale, ma sono anche luoghi ad alta densità di persone.

I volontari di Greenpeace hanno lanciato un messaggio forte attraverso cartelli con scritto “Chi paga?”, evidenziando i costi sanitari ed economici derivanti dalla crisi climatica che ricadono sulla collettività anziché sulle grandi aziende responsabili dell’emissione massiva di gas serra. Secondo l’organizzazione ambientalista internazionale, la temperatura del pianeta continua ad aumentare, mentre la comunità scientifica avverte che le ondate di calore stanno diventando sempre più probabili e intense a causa dell’inquinamento atmosferico prodotto dalle grandi compagnie petrolifere.

La crisi climatica richiede un ripensamento radicale del nostro rapporto con l’ambiente. È essenziale ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e adottare politiche sostenibili che proteggano sia il pianeta che le persone. Solo attraverso un impegno collettivo e una volontà politica forte possiamo sperare di costruire un futuro in cui le città non siano più condannate a temperature insopportabili, ma diventino luoghi vivibili e resilienti per tutte le generazioni future.

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