SPETTACOLI

Si può portare il cibo (dall’esterno) al cinema? Attenzione a questi casi: cosa si rischia davvero

Tradizione e abitudine vedono gli spettatori di film accompagnare la visione con una varietà di snack e bevande.

Questo costume, radicato nella cultura cinematografica, si scontra però con i prezzi spesso elevati praticati all’interno dei cinema per prodotti quali popcorn, caramelle e patatine. Rispetto agli acquisti possibili in supermercati o alla preparazione domestica, il costo di questi alimenti può risultare significativamente più alto.

Di fronte al desiderio o alla necessità di risparmiare sui costi aggiuntivi dopo l’acquisto del biglietto, molti si chiedono se sia legale introdurre cibi e bevande da esterno nelle sale cinematografiche. La questione legale non presenta divieti specifici riguardo al consumo di alimenti propri all’interno dei cinema o luoghi simili come i teatri. Pertanto, dal punto di vista strettamente legislativo, portare il proprio cibo è considerato lecito.

Le restrizioni degli esercenti

Nonostante l’assenza di una proibizione legale generale, gli esercenti hanno la facoltà di imporre delle limitazioni nell’ambito della loro attività commerciale. Questo potere deriva dalla discrezionalità imprenditoriale che consente loro di stabilire condizioni contrattuali specifiche per la vendita dei servizi offerti. L’imposizione del divieto deve tuttavia rispettare i principii costituzionali e non discriminare alcuna categoria protetta dalla legge.

La questione dell’introduzione del proprio cibo nei cinema tocca anche il tema dei diritti individuali. Limitando l’accesso a cibi e bevande personalmente forniti, gli esercenti non violano diritti fondamentali quali quello all’alimentazione o all’idratazione poiché sono garantite alternative all’interno dello stesso ambiente commerciale. Tuttavia, è importante che tali restrizioni non sfocino in pratiche discriminatorie verso determinate categorie socialmente svantaggiate.

Pop corn da casa (Cantolibre.it)

Oltre agli aspetti legali e ai diritti individuali coinvolti nella pratica del portare il proprio cibo al cinema, emerge un dibattito relativo alle conseguenze socialmente percepite come negative: rumori molesti durante la consumazione degli snack croccanti o comportamenti poco civili come lasciare sporcizia sulle poltrone rappresentano fonte frequente di disturbo per altri spettatori.

In questo contesto complesso che intreccia considerazioni legalistiche con norme comportamentali socialmente accettate ed etichette culturalmente radicate nel contesto della fruizione cinematografica pubblica, emerge chiaramente quanto sia delicata la gestione dell’equilibrio tra libertà individuale ed esperienza collettiva nel godimento delle opere cinematografiche.

Roberto Arciola

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